Aza Nikolic: il padre della pallacanestro jugoslava, che ha allenato anche in Italia.

Aza Nikolic: il padre della pallacanestro jugoslava, che ha allenato anche in Italia.

il pensiero di Aza Nikolic
il Professore Aza Nikolić viene spesso nominato per la celebre frase sul “calcio al secchio di latte”, ma ascoltiamolo nella sua prima intervista (a cura di Elio Giuliani e Luciano Murgia) come nuovo coach pesarese. Dopo la rinuncia al trio jugoslavo (Skansi, Kicanovic e Jerkov), il giocattolo VL si era di fatto rotto e si dovette tornare a lottare per la salvezza. Fu il paziente lavoro di ricostruzione di Nikolic a salvare la baracca e mettere le fondamenta per la successiva rinascita. Da sottolineare il fatto che con il suo arrivo, nel dicembre 1983, la squadra biancorossa iniziò ad allenarsi due volte al giorno, una novità rivoluzionaria per l’epoca.
#AzaNikolic

Alexander Nikolic non può solo considerarsi colui che ha dato vita alla pallacanestro Yugoslava ma anche un vero e proprio innovatore.
Alexander per tutti Aza nasce 10 anni prima lo scoppio della Prima Guerra Mondiale in quella Sarajevo allora Regno di Jugoslavia che cercava una propria indipendenza.
Chi è nato dentro in quella guerra sà che c’è poco tempo per scherzare e fin dai primi piccoli passi,  la sua famiglia capisce che il bambino è speciale e già maturo rispetto ai suoi pari età.
La famiglia deciderà di spostarsi a Belgrado e il ragazzo per rendersi utile ad affrontare quei problemi di vita quotidiana, decise di dedicarsi allo studio diplomandosi in medicina e legge nella Università di città.
Capisce fin da subito che il basket lo aiutava a fuggire dai drammi dell’epoca e con grande impegno iniziò oltre allo studio a giocare in numerose squadre cittadine risultando molto bravo per la stessa dedizione che metteva nello studio, al punto che fu membro della nazionale jugoslava a inizio degli anni 40.
Finita la carriera da giocatore intraprese quindi subito quella da commissario tecnico del suo paese con ottimi risultati e quella da allenatore per due squadre della sua città Belgrado : una al Partizan e un altra con grandi risultati come un campionato e la coppa nazionale con OKK.
Nel 1964 accetta l’offerta della Petrarca Padova sbarcando quindi nel nostro paese come fecero poi tantissimi suoi connazionali.
Il suo arrivo in Italia è trionfale soprattutto nel trasmettere lo stesso rigore tattico e inserire nuovi importantissimi sistemi di allenamento che fecero senza dubbio la differenza nel basket nostrano.
“Non c’è squadra che possa vincere confidando solo nell’attacco”diceva, affermando quindi un forte credo nella difesa.
La Petrarca dopo essere arrivata all’ultimo posto la stagione precedente con Nikolic arrivò incredibilmente al terzo posto.
Aza fu quindi premiato come Allenatore dell’anno e dopo tale premio ritornò in patria con la Stella Rossa vincendo una coppa europea: precisamente la Coppa delle Coppe.
Era un fuoriclasse e l’ambiziosa Ignis Pallacanestro Varese attraverso il suo proprietario il signor Borghi ingaggiò il giovane allenatore.
Era una squadra di tante stelle non ancora sbocciate come Dino MeneghinOssola e Morse nel suo quadriennio varesino riuscì a creare un mito con un impressionante record di 209 vittorie in 243 partite.
Nikolic in quattro stagioni vinse tre scudetti, tre coppe campioni, due coppe intercontinentali e tre coppe italia a discapito della Simmenthal Milano di Cesare Rubini.
Mai una partita per lui era davvero buona e mai dopo un trionfo un giorno senza allenamenti.
Comunicatore come pochi sempre con la giacca di camoscio e la sigaretta fissa nell’angolo della bocca ha riscritto pagine importanti nella pallacanestro mondiale.
Si perché voleva sempre arricchire il suo bagaglio tecnico e aveva quindi rapporti epistolari e non solo con numerosi allenatori in giro per il mondo tra cui anche il tecnico della Kentucky University Adolph Rupp.
In allenamento non risparmiava nessuno da ogni tipo status in campo e da palmares portando quindi nuova metodologia poi divenuta necessaria per la crescita di qualsiasi giocatore.
La mattina e pomeriggio si lavorava con i pesi, su fondamentali come il contropiede e infine con altri richiami atletici.
Per non parlare della “treccia Nikolic” un esercizio con una rete accurata di passaggi e con 3 esecuzioni per meta campo da eseguire nel minor tempo e con la maggior realizzazione possibile.
Era definito “un comunista” in un italia molto regredita ma non tanto negli anni settanta.
chi se ne frega l’importante è che mi vincere” si difese dalle accuse il presidente di Varese il Signor Borghi
La sua vera festa era offrirgli un altro lavoro.
Dopo il ritorno in patria e una discreta presenza a Bologna sponda Fortitudo prima della Nazionale Yugoslava negli anni Ottanta viene nuovamente richiamato nel nostro bel paese.
Stavolta è l’ambizioso avvocato Porelli con la Virtus Bologna che affida al tecnico serbo l’eredità pesante lasciata da Dan Peterson e accasato a Milano e Terry Driscoll.
Erediterà la VuNera per una stagione ancora shockata anno prima dopo la bruciante sconfitta di un punto in finale di Coppa dei Campioni contro il Maccabi Tel Aviv e la sua stagione durerà fino all’uscita in semifinale scudetto.
Da lì la sua più importante citazione alla stampa per descrivere una sconfitta:
“Stiamo come la mucca dell’Herzegovina che da tanto buon latte poi da un calcio al secchio”
Ancora Italia con la Reyer VeneziaV.L Pesaro e infine Udine concludendo come consulente di prestigio prima della Yugoplastika allevando futuri campioni come Tony Kukoc e Dino Radja e del Partizan della sua città Belgrado crescendo un certo Predrag Danilovic Aleksandar Djodjevic.
Parlerei di basket per giorni ma forse diventerei noioso”
“Primo che fischia in foresta è quello che ha paura”
Era malato da tempo e nel 1998 fu introdotto nella Hall of Fame prima che il 12 marzo del 2000 lasciò un eredità importante nella pallacanestro serba.
Fu definito “il padre della pallacanestro jugoslava” per il ruolo fondamentale nello sviluppo nel suo paese ma sicuri che non lo sia stato anche da noi?

Intervista storica della VL Pesaro History su Facebook

bellissima intervista

admin